Il primo punto del nostro Manifesto parla chiaro: “le uniche strategie di comunicazione efficaci sono quelle che portano a risultati concreti e misurabili”.
Ma nel periodo di crisi che stiamo affrontando, come si creano delle strategie realmente efficaci? Come riuscire a raccontare e a far emergere un brand o un prodotto in questo contesto caotico?
Per rispondere a questa domanda, te ne devi porre un’altra: vuoi rimanere ancorato alle attività di marketing che hai sviluppato sino ad ora o vuoi sfruttare questo momento per ripartire, per riscoprire il purpose della tua realtà e capire come trasmetterlo in modo chiaro e forte al tuo target?
Noi abbiamo deciso di cercare il lato positivo in questi mesi di emergenza sanitaria e di portarti in un viaggio alla scoperta di una delle principali tecniche di comunicazione, lo storytelling, arricchita però da una componente dalla grande capacità espressiva: quella visuale.
Nei prossimi paragrafi vedremo quali sono i principi dello storytelling, come sfruttarli per mettere in luce l’essenza del tuo brand e, infine, un caso studio concreto da cui prendere ispirazione.
I principi dello storytelling: il Covid19 li ha modificati?
Di fronte agli imponenti cambiamenti economici e sociali determinati da una pandemia globale, di certo le aziende, compresa la tua, non possono rimanere impassibili. Un messaggio che solo qualche mese fa poteva produrre dei risultati ottimali in termini di risposta da parte del mercato, oggi potrebbe non funzionare più.
Per riuscire a produrre dei contenuti in grado di arrivare dritti al cuore dei consumatori è necessario rispolverare gli elementi alla base della tua brand identity, i valori sui quali si fonda il business e soprattutto la reason why dell’azienda – ossia la motivazione per cui esiste.
Proprio quest’ultima è infatti il tassello cruciale che determina il tuo posizionamento sul mercato e il successo dei prodotti o servizi che offri.
“Le nostre decisioni sono per il 95% irrazionali e fornire uno scopo superiore al mero profitto, influisce sulle emozioni e sui processi decisionali.”
(fonte: Ninja Marketing)
Come riportato da uno degli ultimi articoli pubblicati da Google:
“I principi dello storytelling restano invariati, indipendentemente da quanto sia cambiato tutto il resto” e il principio più importante è la capacità di coinvolgere il tuo lettore.
Per entrare in empatia con i tuoi clienti non devi quindi cambiare nulla della tua essenza, bensì riscoprirla e sfruttare la narrazione che ruota attorno al tuo brand per creare una connessione emotiva – grazie alla quale supportare le persone in una fase di paura e incertezza costanti.
Le domande da porti sono: quali sono i valori di cui mi faccio portavoce? Come posso utilizzare la mia comunicazione per trasmettere un messaggio positivo ai miei clienti? Come faccio a rendere la mia realtà un interlocutore capace di fornire delle valide soluzioni agli attuali problemi?
Durante la costruzione del tuo storytelling ti suggeriamo caldamente di:
- Utilizzare un tono che rimanga fedele alla tua brand identity.
- Ricordare sempre il contesto e il settore in cui operi.
Sviluppare dei messaggi che siano il più empatici possibili.
- Utilizzare un tono che rimanga fedele alla tua brand identity.
L’arte del racconto “digitale”: cosa cambia
La scrittura per il web segue delle regole differenti rispetto a quelle dei testi “tradizionali” su carta.
Nel caso in cui ti trovi a scrivere dei contenuti per il tuo sito web o altre piattaforme digitali, devi tenere in considerazione che il percorso seguito dal tuo lettore non sarà propriamente lineare come accade invece durante la lettura di un libro.
L’utente potrebbe saltare da una pagina all’altra o da un paragrafo all’altro semplicemente con un clic o uno scroll: assicurati quindi di mettere ben in evidenza le informazioni chiave che intendi trasmettere.
In fase di creazione dei tuoi racconti digitali tieni conto anche degli elementi visuali che possono agevolare la lettura, come l’inserimento dei giusti spazi bianchi per suddividere i testi, di video o immagini utili a semplificare la comprensione dei concetti.
Inoltre, come ben sappiamo, il livello di attenzione degli utenti sta diminuendo a causa dell’uso crescente dei device digitali: secondo però una ricerca condotta da Microsoft pochi anni fa le persone starebbero anche cambiando il modo di processare le informazioni.
Coloro che appartengono alla categoria “tech-savvy”, gli esperti cioè di tecnologia, sarebbero in grado di identificare meglio ciò che vogliono o non vogliono leggere e di codificare tali informazioni nella propria memoria. L’aspetto interessante è che gli utenti che hanno validato tale tesi sono accomunati soltanto dalla conoscenza degli strumenti digitali e non da componenti sociodemografiche come l’età.
Considerato che durante i mesi di lockdown praticamente tutti sono diventati “tech savvy”, assicurati di sviluppare dei contenuti narrativi che abbiano un forte appeal per il tuo specifico target.
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Visual storytelling: spunti utili
La capacità di raccontare un brand non necessariamente deve limitarsi alla produzione di testi per coinvolgere emotivamente gli utenti, anzi. La componente visuale è una parte importante della storia che si può costruire, considerata poi la preponderanza che i social media hanno nelle vite di tutti noi e la capacità che essi hanno di creare delle esperienze “immersive” – di cui Tiktok ne è un esempio lampante.
In aggiunta, se consideriamo che il cervello umano è “in grado di processare le immagini 60mila volte più velocemente rispetto al testo” perché non sfruttarle per raccontare la tua azienda, per tramettere un messaggio forte ai tuoi clienti?
Per creare un visual storytelling d’effetto ricorda di scegliere delle immagini o video che siano facilmente riconoscibili dai tuoi utenti, che siano cioè in linea con quello che è il tuo tone of voice aziendale. In questo senso, non intendiamo soltanto la tipologia di soggetti rappresentati ma anche il contesto in cui sono inseriti, oltre che i colori e simboli utilizzati.
Come riportato da Harvard Business Review nell’articolo The new science of customer emotions ci sono varie leve che possono essere utilizzate per far scattare quei sentimenti (detti “emotional motivators”) che guidano il comportamento degli utenti.
Qui sotto abbiamo riportato le 10 principali categorie di sentimenti delle persone su cui i brand possono lavorare per costruire la propria narrazione:
- distinguersi dalla massa;
- avere fiducia nel futuro;
- godere di un senso di benessere;
- percepire una sensazione di libertà;
- percepire una sensazione di entusiasmo;
- percepire una sensazione di appartenenza;
- proteggere l’ambiente;
- essere la persona che si desidera;
- sentirsi sicuro;
- avere successo nella vita.
Un esempio concreto da IKEA
La sede russa del colosso svedese ha sfruttato le istruzioni per il montaggio dei mobili per raccontare ai bambini come costruire delle capanne all’interno delle proprie case in questi mesi di distanziamento sociale, trasformando di fatto l’ambiente domestico in uno spazio dedicato al gioco in perfetto stile IKEA.
In questo caso le immagini sono state utilizzate per raccontare la vicinanza di IKEA ai propri clienti, per stimolare la creatività delle persone e rendere più semplice questo periodo pieno di criticità a causa del Covid19.
L’iniziativa ha avuto un grande successo proprio perché IKEA è stata capace di dar voce al proprio purpose e di creare una connessione emotiva con il target delle famiglie – che subito hanno pubblicato i propri “fortini” sui social media.
Come si legge dal website IKEA, la reason why del brand è “to create a better everyday life for the many people”.
Fonte immagine: Pinterest