3 statistiche che ti convinceranno a usare l’email marketing

Sia nel caso in cui tu stia pianificando attività di lead generation (ossia di acquisizione di nuovi potenziali clienti) che proposte di up-selling e/o cross-selling sulla base clienti esistente è importante tenere in considerazione tutte le sfaccettature del marketing digitale.

Cosa intendiamo? Che di questi tempi si parla molto di inbound marketing, il cui ruolo è fondamentale in una strategia di marketing completa: non a caso anche tu dovresti prenderlo seriamente in considerazione se ancora non l’hai fatto. D’altra parte bisogna prestare grossa attenzione a tutto ciò che riguarda invece l’outbound – e poi capiremo il perché.

L’email marketing, tema su cui ci concentreremo in questo articolo, si colloca a cavallo tra le due strategie appena citate. Nei prossimi paragrafi scoprirai in che modo.

INBOUND & OUTBOUND MARKETING

Per chiarire al meglio questi due concetti, qui sotto trovi una breve definizione.

L’inbound marketing è un insieme di strategie grazie alle quali è l’utente che ti trova online e quindi atterra sul tuo sito web per poi richiedere informazioni in merito ai servizi/prodotti che offri o per effettuare direttamente una macro conversione (eg. un acquisto).

Tra le modalità inbound attraverso cui è possibile incanalare l’utente nel cosiddetto Marketing Funnel troviamo, ad esempio, la SEO (Search Engine Optimization) e la Content strategy.

Di fatti grazie all’ottimizzazione di contenuti testuali o multimediali hai la possibilità di scalare le posizioni nei motori di ricerca, comparendo tra i primi risultati della SERP, e soprattutto essere identificato come risultato “rilevante”. Google di fatti permette di attivare determinate funzioni in base alla bontà dei tuoi contenuti e in questo modo puoi comparire tra i “risultati speciali sulle SERP che hanno lo scopo di offrire agli utenti informazioni utili con il minimo necessario per fare clic sul risultato.” (fonte: semrush.com)

Con outbound marketing intendiamo invece tutte quelle iniziative che partono dall’azienda e arrivano in modo unidirezionale all’utente in target.

Cosa significa questo? Pensa alle pubblicità in televisione o ai pop-up che compaiono quando stai navigando all’interno di un sito web: bene, questi sono chiari esempi di strategie che l’azienda mette in atto per presentare una particolare offerta o prodotto, ma senza che sia stato l’utente a ricercarla in qualche modo.

Proprio per il fatto che l’outbound interrompe l’azione che era in corso di svolgimento da parte dell’utente, si parla anche di “interruption marketing”.

Il forte rischio che si corre adottando massivamente strategie di questo tipo è quello di esercitare troppa pressione sul lead/cliente infastidendolo. In secondo luogo, il problema è il non avere dellemetriche efficaci per misurare il ritorno di investimento: prova a immaginare, come faccio a sapere con certezza che il banner pubblicato su una particolare testata giornalistica ha portato a un numero preciso di conversioni?

EMAIL MARKETING: FACCIAMO CHIAREZZA

Come dicevamo, l’email marketing si posiziona a metà tra l’inbound e l’outbound.

Questo perché dipende dalla tipologia di attività che decidi di strutturare: se pianifichi un invio ad uno specifico cluster di consumatori fidelizzati attraverso il quale fornisci informazioni utili al target allora parliamo di inbound marketing.

Per esempio puoi proporre contenuti di carattere educazionale, il cui obiettivo è quello di istruire le persone su un tema di loro interesse (come può essere la sostenibilità). Le tematiche ovviamente devono in qualche modo essere connesse al tuo business, così da avere la possibilità di parlare, indirettamente, dei tuoi prodotti.

Facciamo un esempio: se vendi accessori di moda, realizzati con materiale riciclato cercando di ridurre al minimo l’impatto ambientale, potrai certamente affrontare il tema della sostenibilità.

Se invece utilizzi l’email marketing per inviare in modo massivo delle comunicazioni di mera presentazione del prodotto e per di più a contatti che magari non hanno espressamente dato il consenso per ricevere le tue comunicazioni, oltre che venire classificato come spam, corri il rischio di trasmettere un messaggio:

  • in modo unidirezionale
  • che interrompe il flusso di attività dell’utente
  • che nella maggior parte dei casi non serve a generare conversioni

Continua a seguirci per scoprire il prossimo articolo dedicato al mail marketing:

parleremo delle 3 statistiche che ti convinceranno ad utilizzarlo subito e i trend da sapere per costruire delle comunicazioni efficaci.

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